di Roberto Carrasco, OMI
Nel contesto della Conferenza internazionale in ocasione del terzo anniversario della enciclica «Laudato si’, fatta nella Città del Vaticano, 5-6 luglio 2018.
Dò a tutti voi il mio benvenuto, in occasione della Conferenza Internazionale convocata nel terzo anniversario della pubblicazione della Lettera Enciclica Laudato si’ sulla cura della casa comune. Vorrei salutare in maniera speciale Sua Eminenza, l’Arcivescovo Zizioulas, perché è stato lui, con il Cardinale Turkson, a presentare, tutti e due insieme, l’Enciclica, tre anni fa. Vi ringrazio di esservi riuniti per «ascoltare col cuore» le grida sempre più angoscianti della terra e dei suoi poveri in cerca di aiuto e responsabilità, e per testimoniare la grande urgenza di accogliere l’appello dell’Enciclica ad un cambiamento, ad una c o n v e r s i o n e ecologica. La vostra è la testimonianza per l’impegno non differibile ad agire concretamente per salvare la Terra e la vita su di essa, partendo dall’assunto che «ogni cosa è connessa», concetto-guida dell’Enciclica, alla base dell’ecologia integrale.
Anche in questa prospettiva possiamo leggere la chiamata che Francesco d’Assisi ricevette dal Signore nella chiesetta di San Damiano: «Va ’, ripara la mia casa, che, come vedi, è tutta in rovina». Oggi, anche la «casa comune» che è il nostro pianeta ha urgente bisogno di essere riparato e assicurato per un futuro sostenibile.
Negli ultimi decenni, la comunità scientifica ha elaborato in tal senso valutazioni sempre più accurate. «Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente ha superato le possibilità del pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi, come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni» (Enc. Laudato si’, 161). C’è il pericolo reale di lasciare alle generazioni future macerie, deserti e sporcizia. Auspico pertanto che questa preoccupazione per lo stato della nostra casa comune si traduca in un’azione organica e concertata di ecologia integrale. … A questo proposito, è significativo che la vostra discussione riguardi anche alcuni eventi-chiave dell’anno in corso.
Il Vertice COP24 sul clima, programmato a Katowice (Polonia) nel dicembre prossimo, può essere una pietra miliare nel cammino Il grido angosciato della terra tracciato dall’Accordo di Parigi del 2015. Tutti sappiamo che molto deve essere fatto per l’attuazione di quell’Accordo. Tutti i governi dovrebbero sforzarsi di onorare gli impegni assunti a Parigi per evitare le peggiori conseguenze della crisi climatica… Non possiamo permetterci di perdere tempo in questo processo.
Oltre agli Stati, altri attori sono interpellati: autorità locali, gruppi della società civile, istituzioni economiche e religiose possono favorire la cultura e la prassi ecologica integrale.
Auspico che eventi quali, ad esempio, il Summit sull’azione globale per il clima, in programma dal 12 al 14 settembre a San Francisco, offrano risposte adeguate, col sostegno di gruppi di pressione di cittadini in ogni parte del mondo…
Anche le istituzioni finanziarie hanno un importante ruolo da giocare, come parte sia del problema sia della sua soluzione. È necessario uno spostamento del paradigma finanziario al fine di promuovere lo sviluppo umano integrale. Le Organizzazioni internazionali, come ad esempio il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, possono favorire riforme efficaci per uno sviluppo più inclusivo e sostenibile… Tutte queste azioni presuppongono una trasformazione a un livello più profondo, cioè un cambiamento dei cuori, un cambiamento delle coscienze… E in questo le religioni, in particolare le Chiese cristiane, hanno un ruolo-chiave da giocare. La Giornata di Preghiera per il Creato e le iniziative ad essa connesse, iniziate in seno alla Chiesa Ortodossa, si vanno diffondendo nelle comunità cristiane in ogni parte del mondo.
Infine, il confronto e l’impegno per la nostra casa comune deve riservare uno spazio speciale a due gruppi di persone che sono in prima linea nella sfida ecologica integrale e che saranno al centro dei due prossimi Sinodi della Chiesa Cattolica: i giovani e i popoli indigeni, in modo speciale quelli dell’Amazzonia… Sono i giovani che dovranno affrontare le conseguenze dell’attuale crisi ambientale e climatica… Dall’altro lato, è triste vedere le terre dei popoli indigeni espropriate e le loro culture calpestate da un atteggiamento predatorio, da nuove forme di colonialismo, alimentate dalla cultura dello spreco e dal consumismo…
Quanto possiamo imparare da loro! Le vite dei popoli indigeni sono una memoria vivente della missione che Dio ha affidato a tutti noi: la protezione della nostra casa comune…
Esprimo la mia sentita gratitudine per il vostro lavoro al servizio della cura del creato e di un futuro migliore per i nostri figli e nipoti. A volte potrebbe sembrare un’impresa troppo ardua, ma san Francesco d’Assisi continui ad ispirarci e a guidarci in questo cammino.
[Ai partecipanti alla Conferenza internazionale sulla «Laudato si’», Sala Clementina, 6 luglio]
FONTE: osservatoreromano.va del 12 luglio 2018